ELISA – Leonardo Di Costanzo
Con: Barbara Ronchi, Roschdy Zem, Diego Ribon, Valeria Golino
(Italia, Svizzera; 105’)
(In Concorso)

Elisa, 35 anni, è in un carcere sperimentale; è condannata a vent’anni per aver ucciso e poi bruciato la sorella. Ha sempre dichiarato di non ricordare nulla. Nel singolare penitenziario, una struttura ideale tra i monti in cui i detenuti sono ospitati in prefabbricati in legno tra i boschi, arriva il criminologo Alaohui per una ricerca. Elisa chiede di collaborare.
Il film, girato in Sud Tirolo e in Svizzera, si ispira agli studi dei criminologi Adolfo Ceretti e Lorenzo Natali e alle loro conversazioni con criminali raccolte nel libro “Io volevo ucciderla”.
Intensa l’interpretazione di Barbara Ronchi, che esprime il dolore di un arduo percorso di auto accettazione. Misurato Roschdy Zem suo interlocutore nell’affrontare il trauma della ricerca della verità profonda alla base del crimine. Brava anche la Golino, estremamente credibile nel ruolo di una vittima col suo dolore trattenuto incapace di perdono: costruisce un contrappunto ideologico che contribuisce all’onestà dell’opera.
La narrazione mantiene la giusta distanza dalla protagonista e dalle sue azioni. Non parteggia. Non orienta i sentimenti dello spettatore.
Un film di dialoghi, ma anche di primissimi piani, che utilizza lo spazio come elemento drammaturgico: il sentiero innevato iniziale, i frequenti plongeé sui percorsi stradali per arrampicarsi verso il penitenziario, le montagne che circondano il carcere, il confine vicino rimandano al cammino irto di ostacoli della protagonista.
Ne esce una importante ed equilibrata riflessione sul concetto di giustizia riparativa, quanto mai necessaria.
Fabio Sandroni