Domenica, 1 settembre. Quinta Giornata di Mostra

Venezia Classici
NEW YORK, NEW YORK
di Martin Scorsese
con Robert De Niro, Lisa Minnelli, Lionel Stander

La vicenda dell’amore tra la cantante Francine (Liza Minnelli) e il sassofonista Jimmy (Roberto De Niro), cominciata dal 1945, data doppiamente significativa per l’America, è oramai storia. E’ quindi risaputo come i due, partendo insieme per un tour orchestrale, affrontino ostacoli decisivi e inaspettate sorprese in un climax che trova i suoi apici nelle ultime prove dell’orchestra e nell’esecuzione del celeberrimo pezzo che dà il nome al film. Il prodotto resta un ibrido tra il Musical e il film drammatico, strizzando l’occhio alle opere di Gene Kelly (ricordiamo la lunga sequenza finale di ‘Cantando sotto la pioggia’ del 1952) e a tutta la tradizione Hollywoodiana dei Musical. Sempre strepitosi i due protagonisti: De Niro e la sua immersione totale nel personaggio, la Minnelli e la sua presenza a timbro caldo. Il grande Classico del maestro Scorsese del 1977 torna sul grande schermo restaurato dalla Metro Goldwyn Mayer (MGM) in una nuova copia 35mm stampata per la Mostra in occasione del Centesimo anniversario della casa di produzione United Artists. Presente in sala il produttore del film Irwin Winkler (‘Toro Scatenato’ – 1980; ‘Quei Bravi Ragazzi’ – 1990; i cinque film della serie ‘Rocky’ 1976-1990…), calorosamente accolto dal pubblico. Assolutamente da rigustare.

Orizzonti
MES JOURS DE GLOIRE
di Antoine de Bary
con Vincent Lacoste, Emmanuelle Devos, Christophe Lambert
Francia / 98’

Adrien è un ragazzo francese ormai prossimo ai trenta, età che contrasta, sin dalle prime scene, con un comportamento immaturo e spensierato tipico di un adolescente. Ormai ben lontano dalla carriera di attore in cui si era cimentato anni prima, tenta nuovamente di apparire sul grande schermo. Senza un soldo, con una situazione familiare complicata e preoccupato dalle ansie legate ad una possibile storia d’amore, la strada si preannuncia in salita… Pur toccando argomenti a volte spinosi, il regista Antoine de Bary (qui nel suo primo lungometraggio) riesce a mantenere una narrazione sempre caratterizzata dalla leggera ironia tipica della commedia francese. La piacevole scorrevolezza che suscita il prodotto viene compromessa da un finale forse troppo semplicistico rispetto alle tematiche aperte.