Venezia 78- Ottavo giorno: martedì 8

Fuori Concorso
OLD HENRY
Regia Potsy Ponciroli
Interpreti Tim Blake Nelson, Scott Haze, Steven Dorff, Trace Adkins, Gavin Lewis / Usa / 99’

È la storia di Henry, un contadino vedovo, che vive con il figlio Wyatt nel Kansas. Dopo aver portato a casa un uomo trovato ferito nelle vicinanze, il contadino si troverà ad affrontare dei violenti banditi alla ricerca del fuggitivo. Forte é la contrapposizione tra un passato violento che si vuole dimenticare e un presente isolato e in declino. Il film, omaggio al vecchio genere Western ne rappresenta accuratamente il decadimento: come anche sottolineato dal Vecchio Henry infatti ‘questo mondo non è più adatto a lui, ma al figlio sì’: è il 1906 e le grandi rivoluzioni della modernità sono già presenti in territorio americano. In questo senso si inserisce perfettamente la doppia identità del protagonista: negli anni d’oro riconosciuto come il temibile BILLY THE KID, ora semplicemente THE OLD HENRY. Non delude la prova attoriale di Tim Blake Nelson già famoso per ‘LA BALLATA DI BUSTER SCRUGG’, Coen (2018) e ‘FRATELLO DOVE SEI?’, Coen (2000). Le inquadrature sono le classiche del genere, dai campi lunghi ai primissimi piani passando per i numerosi piani americani, il commento sonoro accompagna il racconto senza mai essere invadente o ruffiano. Divertente il duello finale, chiaro rimando al grande Sergio Leone e ai suoi irrealistici Tutti-Contro-Uno che lasciano col fiato sospeso e sdrammatizzano in chiave anche leggermente ironica il Western più Classico. Consigliato a tutti coloro che vogliono perdersi per un’ultima nostalgica volta nel genere.

Orizzonti
7 PRISIONEIROS
Regia Alexandre Moratto
Interpreti Christian Malheiros, Rodrigo Santoro, Bruno Rocha, Victor Julian, Lucas Oranmian, Cecília Homem de Mello, Dirce Thomaz / Brasile / 90’

7 Prisoineiros racconta la storia di Mateus, ragazzo di una zona rurale del Brasile che, nel tentativo di dare una svolta alla condizione socio-economica familiare, accetta un lavoro nella città di San Paolo assieme ad altri giovani che vivono la sua stessa situazione. Le sue aspettative vengono meno nel momento in cui si ritrova prigioniero di Luca, schiavista con potere di vita o di morte sui sottoposti e sulle loro famiglie. La pellicola offre uno spaccato di una drammatica realtà vissuta da molti lavoratori, costretti a sottostare a regole disumane e degradanti pur di uscire dalla propria situazione di miseria. Nonostante l’iniziale diversità tra Mateus e Luca, i due finiscono per convergere negli stessi comportamenti, dettati dal desiderio di riscatto sociale e di evoluzione nella scala gerarchica del potere. La regia sottolinea con cura l’ambiente urbano, costantemente presente ma irraggiungibile, contrapposto agli spazi ristretti nei quali sono confinati i protagonisti. Si distinguono nella colonna sonora i suoni metallici tipici del duro lavoro in discarica. Colpisce la scelta del titolo, che allude a un’apparente impossibilità di fuga dalla prigionia alla quale sono costretti, in modo diverso, i vari protagonisti.

Venezia 78
L’ÉVÉNEMENT
Regia Audrey Diwan
Interpreti Anamaria Vartolomei, Kacey Mottet-Klein, Luàna Bajrami, Louise Orry Diquero, Louise Chevillotte, Pio Marmaï, Sandrine Bonnaire, Anna Mouglalis, Leonor Oberson, Fabrizio Rongione / Francia / 100’

Tratto dall’omonima autobiografia, ambientata in Francia nel 1963, Annie rimanendo incinta durante l’ultimo anno di liceo, cerca in ogni modo di fermare la gravidanza scontrandosi con tutte le difficoltà del suo tempo, l’aborto infatti è ancora considerato reato e la protagonista, abbandonata anche dai suoi cari, si trova a dover affrontare diverse peripezie. È facile immedesimarsi nel ruolo della ragazza, unico punto di vista presente nel film; emozioni e dolori fisici sono percepibili allo spettatore come fosse lui stesso a provarli in prima persona. Numerose sono le scene accompagnate da una musica angosciante, così come le inquadrature sfocate che rendono perfettamente l’idea dell’inquietudine che si sta vivendo. Prevalgono i colori freddi e le ambientazioni notturne a confermare il sentimento di sgomento che si vuole trasmettere. Le inquadrature dal basso fanno sentire lo spettatore senza via d’uscita, impotente di fronte a questo avvenimento inatteso. La regista Audrey Diwan vuole infatti concentrarsi sulla dimensione fisica dell’aborto clandestino e non solo sul contesto culturale in cui si svolgono le vicende. Così come risponde Annie ad un suo professore, alla domanda se fosse malata per via del suo peggioramento nella resa scolastica: “è una malattia che colpisce solo le donne e le fa diventare casalinghe”. Nonostante nella nostra società non sia più considerato un reato, il tema dell’aborto continua ad essere un taboo per molti, quindi è facile capire a pieno le paure e le frustrazioni della protagonista, grazie all’incredibile realismo reso dal film.

Orizzonti
PILIGRIMAI (PELLEGRINI)
Regia Laurynas Bareisa
Interpreti Gabija Bargailaite, Giedrius Kiela / Lituania / 92’

4 anni dopo l’assassinio di Matas, Paulius e Indre, rispettivamente il fratello e la ex compagna della vittima, partono per un viaggio volto a ripercorrere tutte le ultime tappe di vita del ragazzo per ricostruire insieme gli avvenimenti di quella notte. In scena una vera e propria maieutica di violenza e omertà che punta il dito contro un eterno circolo vizioso di morte e dolore proprio della società lituana; è interessante a riguardo la scelta registica di non mostrare mai neanche una scena di violenza esplicita, lo spettatore infatti scopre progressivamente tutte le vessazioni subite da Matas grazie ai pochi, essenziali dialoghi tra i protagonisti e dei protagonisti con i personaggi. La fotografia si avvale di colori freddi, che sottolineano il distacco quasi alienato di Paulius e Indre e la diffusa anestesia sociale ai fatti realmente accaduti. I lunghi piani-sequenza e long-take, uniti a movimenti di macchina sempre precisi, calcolati e alla totale assenza di colonna sonora scandiscono il tempo del racconto in modo sobrio e asciutto. Il regista Laurynas Bareisa porta a Venezia un fatto di cronaca realmente accaduto che interroga l’etica e la morale di ognuno di noi: fino a che punto siamo indifferenti di fronte al male?