TI MANGIO IL CUORE di Pippo Mezzapesa

Con Elodie, Francesco Patanè, Francesco Di Leva, Lidia Vitale, Brenno Placido, Tommaso Ragno, Michele Placido
Italia (115’)

(Orizzonti)

Una storia di faida familiare tra i Malatesta e i Camporeale per il controllo di una piccola porzione di Puglia garganica si snoda tra il 1960 e i primi anni del 2000.

Mezzapesa sceglie un netto B/N che non ci lascia dopo il marcatore temporale che indica gli anni in cui tutto iniziò, ma ci accompagna fino alla fine, ai giorni nostri, quando le ultime note scritte (che dichiarano l’origine letteraria della sceneggiatura) informano lo spettatore che la donna cui si ispira il personaggio chiave della vicenda vive tuttora sotto copertura con i suoi tre figli.

Allo stesso modo un violento sparo apre il film e lo stesso rumore lo chiude, ma stavolta l’immagine che lo accompagna è diversa: un bambino, in camera look con sguardo enigmatico, che simula una pistola con la piccola mano.
Finirà, alla terza generazione, questa guerra spietata tra famiglie? Si spezzerà questa “cannibalesca” tradizione? Una Madre coraggiosa e tragica prova ad uscire dalla trappola, ma il finale con il piccolo Michele junior lascia uno spiraglio che non illude affatto.

Il registro è quello di una storia criminale dai toni acidi che si svolge in un ambiente pastorale senza tempo, toni crudi ben sottolineati dalla scelta dei contrasti forti di colore tra i neri (gli abiti femminili nella suggestiva scena della processione, le pistole), i grigi (gli abiti maschili, i campi) e il bianco del latte lavorato per produrre formaggio.

Netta anche l’arcaica divisione tra i doveri degli Uomini e quelli delle Donne, Mogli, Madri, ma anche loro portate a diventare “lupi” in un mondo che non lascia scampo a nessuno.

Molto interessante la prova attoriale di Elodie, intensa, calata nella parte con grande professionalità e con una grinta che ricorda da vicino la Cucinotta degli inizi.