CortoDorico XX – VINCITORI

Premio Giuria Giovani “Nazareno Re”

La Giuria assegna il Premio

al Cortometraggio

REGINETTA
di Federico Russotto

con la seguente motivazione:

per aver saputo denunciare con chiarezza la violenza che può essere generata dal miraggio di raggiungere modelli di fama e ricchezza, che sembra persistere attraverso i tempi. Dalla narrazione emerge la critica alla società dell’immagine, rappresentata attraverso le cinghie, le gabbie, le costrizioni innaturali imposte alla giovane Lisetta. Apprezzato il cambiamento delle tonalità cromatiche che passano dai toni caldi degli esterni diurni campestri ai toni freddi degli interni e degli esterni notturni, in un climax ascendente verso uno scioglimento dell’intreccio drammatico. Il ritmo della narrazione segue il passaggio graduale verso i toni del cinema dell’orrore fino alla figura christi, che simboleggia l’apice della perversa distorsione dei canoni di bellezza femminile.

 

Premio C.G.S. Marche APS-ACEC Marche “Sentieri di Cinema”

La Giuria assegna il Premio Sentieri di Cinema

al Cortometraggio

ULTRAVELOCI
di Davide Morando e Paolo Bonfadini

con la seguente motivazione:

per aver racchiuso, nei confini narrativi del cortometraggio, una storia di azione, presa di coscienza, coraggio, riscatto. Gli autori usano in maniera consapevolmente sottile e significativa i topoi del genere thriller; fotografia estremamente cupa e ambientazione notturna, vicinanza fra videocamera e personaggi negli inseguimenti, angolazioni ricercate, ricorso ai dettagli, uso emozionale dei pad sonori, tagli di luce colorata, rumori fuori campo, scenografia volutamente labirintica. L’intento, a nostro avviso raggiunto, è quello di mettere di fronte allo spettatore un inaspettato confronto fra i limiti della normalità e quelli della diversità, dove, a quest’ultima, vengono riconosciute opzioni impreviste.

 

Premio Amnesty Giuria Giovani Gianni Rufini

La Giuria assegna il Premio

al Cortometraggio

250 KM
di Hasmik Movsisyan

con la seguente motivazione:

Il corto è ispirato ai fatti realmente accaduti ad una delle tante famiglie che sono state costrette a lasciare la loro terra di origine a causa della guerra in Azerbaigian. La sequenza iniziale dell’incubo del protagonista sottolinea l’importanza di saper prendere una decisione, cruciale all’interno della narrazione, soprattutto quando, nella frenesia della fuga, Narek, appena adolescente, prende in mano la situazione e cerca di portare al sicuro la sua famiglia. Gli elementi tecnici come l’attento passaggio dai toni cromatici caldi del sogno ai freddi della realtà-incubo, il piano sequenza iniziale e i precisi movimenti della macchina da presa aiutano lo spettatore a immergersi all’interno di un conflitto tutt’ora molto caldo. La regista insiste nell’accostare la famiglia in fuga con vari animali-preda, come la tartaruga, le formiche e gli ovini al pascolo; in particolare colpisce la metafora visiva che si viene a creare tramite l’accostamento di animali con carapace e l’allargato nucleo familiare rinchiuso in auto. Importante e ricorrente il tema della solidarietà che porterà gli abitanti della “Libera Arshak” in un ‘esodo’ fuori dagli schemi. Amaro il finale, accompagnato dall’emotiva canzone “Oror”: che richiama lo sradicamento e l’abbandono dei propri cari.

Premio CGS – UCCA “Salto in Lungo – Cantiere Cinema”

La Giuria assegna il Premio Giovani “Salto in Lungo – Cantiere Cinema”
promosso dalle associazioni nazionali CGS e UCCA
con il contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema

al lungometraggio

DISCO BOY
di Giacomo Abbruzzese


con la seguente motivazione:

per l’originalità della narrazione, che affronta le tematiche forti dello sradicamento, del conflitto  e della ricerca della propria identità, adottando registri espressivi inusuali, destinati a catturare l’occhio e la riflessione dello spettatore. Significative le scelte della fotografia, che marcano le differenze tra il calore e le luci avvolgenti dell’Africa e la freddezza tagliente dell’Europa, così come le diversità tra i personaggi.  Alcune soluzioni coraggiose, come le riprese notturne col visore termico, l’illuminazione soffusa degli interni di notte, gli sfondi neri con punti luminosi evanescenti, evocano atmosfere oniriche e cariche di allusioni simboliche. La sceneggiatura valorizza le capacità degli attori, espresse attraverso la mimica e la corporeità, più che con le parole, specialmente nei momenti magici e catartici della danza, prima intorno al fuoco del villaggio e alla fine in una discoteca metropolitana che rinvia comunque al mondo del Sacro.