100 nights of Hero – Julia Jackman

Con: Emma Corrin, Nicholas Galitzine, Maika Monroe, Amir El Masry, Charli XCX, Richard E. Grant, Felicity Jones

(UK; 90′)

(Settimana della critica, 90’)

 

Regno immaginario, creato dalla divinità Kiddo e modificato poi da suo padre Birdman che si fa osannare come un dio e ogni cosa deve sottostare alla sua volontà. In questo mondo vive Cherry, la moglie perfetta, insieme a suo marito Jerome che peró sembra non essere intenzionato a consumare il matrimonio. L’unica luce nella vita di Cherry è Hero, la sua dama di compagnia. Gli equilibri cambiano quando improvvisamente al loro castello arriva l’affascinante Manfred, che farà di tutto per conquistare Cherry mentre Jerome partirà per un viaggio di lavoro.

Julia Jackman (Pigs, cortometraggio del 2024) torna sul grande schermo con un adattamento della graphic novel scritta da Isabel Greenberg, a sua volta libero adattamento de Le mille e una notte.
Lo spettatore viene subito coinvolto dalla vicenda dalla prima scena, dove una voce narrante inizia la storia con la stessa formula delle fiabe. E così si viene subito a conoscenza della divinità Kiddo, alle prese con la creazione della terra. Importante lo schema cromatico attraverso cui sono rappresentati i personaggi: se Cherry (Maika Monroe) principalmente vestirà colori chiari, suo marito Jerome (Amir El-Mazry) e successivamente Manfred (Nicholas Galitzine) useranno sempre colori scuri; l’unica eccezione alla regola sembra essere Hero…
Tecnicamente il film risulta molto semplice, le varie scene sono ripresa con camera fissa o piccoli movimenti della macchina da presa, dandogli un’accezione molto teatrale. Quello che attira lo spettatore, oltre alla storia particolare e molto attuale, è sicuramente la bravura degli attori. Maika, infatti, riesce a esprimere molto bene la crescita di Cherry e la confusione che prova durante queste 100 notti, Emma Corrin (Hero) è una dama di compagnia attenta e ingegnosa, Nicholas invece è la perfetta rappresentazione dell’uomo che va a disturbare i piani delle ragazze, cosi come fa Birdman con il mondo creato dalla figlia Kiddo, nonostante la promessa di non intralciarla.
La storia tiene lo spettatore attaccato allo schermo, e tra una battuta e l’altra, si cela tra le righe una critica al mondo moderno e al patriarcato.
Un prodotto ben riuscito nonostante la giovane età della regista, il basso budget e le riprese durate poco più di un mese.

Lucrezia Bedini