BARRIO TRISTE – Stillz
Con: Juan Pablo Baena, Samuel Velázquez, Tomás Tinoco Higuita, Samuel Andrés Celis, Brahian Acevedo, Estiven Salazar, Brayan Erlín García, José Arley Marín González, Samuel Ruiz
(Colombia, USA; 88’)
(Orizzonti)

Medellín. Colombia. Fine anni Ottanta. Gli abitanti del posto segnalano strane luci che scendono dal cielo. Un giornalista arriva per indagare ma un gruppo di adolescenti ribelli gli ruba la camera avviandosi, poi, con questa, nelle viscere di un quartiere fantasma.
L’opera prima per il grande schermo del regista e fotografo Stillz (molto conosciuto per l’esperienza nell’ambito dei video musicali,) porta sul grande schermo una storia di formazione giovanile in un contesto di personaggi reietti.
Confusione, disorientamento, turbamento; queste alcune delle emozioni che “Barrio Triste” suscita e lascia fermentare durante e post visione. Un film che documenta la vita di giovani all’apparenza scontrosi, violenti e animaleschi, in forte contrasto con brevi e toccanti interviste che rivelano la natura dolorosa, triste, piena di sogni, ambizioni e speranze di ragazzi che non hanno nulla e reagiscono, come possono, ad una società che non li comprende.
Il sonoro è un elemento che emerge molto all’interno dell’esperienza filmica, realizzato dall’artista venezuelana ARCA, coinvolge e disturba rimarcando lo spaesamento della continua soggettiva che accompagna lo spettatore attraverso vicoli, case diroccate e abbandonate, mostrando memoriali di desaparecidos e cavalli in mezzo alla strada, ma anche scoprendo momenti di intensa liricità e luoghi liminali, teatro di esperienze trascendenti.
Alla fine del suo percorso quasi “infernale” la camera, finalmente, si ferma e una sorta di Caronte, con la sigaretta tra le dita, si congeda in silenzio consegnando mille domande sottese.
In definitiva “Barrio triste” è un film che presenta una notevole maestria lirica e che non ha nessuna pretesa di dare risposte ma di mostrare la disperazione dal punto di chi in quella sofferenza ci è nato e ci vive costantemente.
Matteo Boaretto e Gabriele Canevari